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La Mia Sardegna

giovedì 24 gennaio 2008

Carnevale








Oggi vorrei farvi conoscere delle tradizioni Sarde del Carnevale.
Ogni anno l’ultima domenica e il martedì di Carnevale Oristano diventa capitale della Sardegna. C’è la Sartiglia.
Da Via Sant’Antonio, passando per il Duomo, sino a Via Vittorio Emanuele e Piazza Mannu, un fiume di persone, provenienti dalle città e dai paesi di tutta l’isola, si accalca ai bordi di un tracciato di terra e paglia. Ad ogni edizione, su quel percorso pestato dagli zoccoli dei cavalli si riversano secoli di storia. E un fragore di urla e applausi guida le gesta del cavaliere, quando la spada trafigge la stella.
Prima delle acrobatiche e spericolate Pariglie, che regaleranno emozioni e paure sino al tramonto, Su Cumponidori dovrà tenere fede ad un ultimo rito, Sa Remada, con il Cavaliere costretto a percorrere di corsa la pista disteso di schiena sul dorso del cavallo. Solo allora la Sartiglia potrà essere dichiarata conclusa e il rito definitivamente consumato. Ma sarà una semplice pausa. In attesa dell’edizione successiva, quando ancora una volta la folla si identificherà in quell’eroe, uomo e donna insieme, protagonista di una cerimonia pagano - cristiana che continua a ripetersi inalterata da secoli, forse da millenni.
Quest'anno ad Oristano il 3 e 5 febbraio, la 543° edizione della Sartiglia.

Da ricordare inoltre il Carnevale Tempiese (Carrasciali Timpiesu) ovvero il carnevale con sfilata di carri allegorici più famoso della Sardegna, che attira una presenza media giornaliera di circa 40.000 visitatori.
La festa mascherata di canti e balli in costumi stravaganti si svolge lungo le vie del centro storico della città ed ha un tradizione plurisecolare che ha sempre coivolto tutta la popolazione di ogni ceto e (viene citata nel 1700 dal sacerdote Pietro Molinas che scrive in gallurese Suzzedi a lu carrasciali, una caresima pronta, undi si paca e si sconta, l'alligria generali, e l'omu chi godi abali, dumani è in calamitai) ma è dal 1960 che ha inizio la consuetudine della sfilata dei carri di cartapesta (sul modello del carnevale di Viareggio).
Chiude la sfilata la maschera di re Giorgio (Ghjolghju Puntogliu), che rappresente il potere seduto sul trono, circondato e adulato per sei giorni dalla sua corte e dagli ambasciatori e di cui si celebrano le nozze con la formosa popolana Mannena. Tra le antiche figure tradizionali in maschera si cita lu Traicogghju, spirito che si trascina pelli di bue o di cavallo, catene e paioli, arcaica sintesi tra figura animalesca e maschera demoniaca (come il Mamuthone e altre maschere sarde), la Réula, schiera dei morti, e lu Linzolu Cupaltatu, figura femminile avvolta in un lenzuolo e per questo irriconoscibile e disinibita (sotto le cui spoglie può però anche rivelarsi un uomo...). Tra le figure estemporanee si cita il personaggio di "Sgiubbì".
A margine della sfilata, cui partecipano anche sbandieratori e majorettes vengono distribuiti le frittelle (li frisgioli longhi) possibilmente fritte nell'olio di lentischio (òciu listincu) e il moscato di Tempio.
I festeggiamenti del carnevale, durante il quale si svolge anche un Palio di abilità a cavallo (lu palu di la frisgiola, di antica origine, nel quale i cavalieri devono afferrare al galoppo una frittella posta a notevole altezza), si concludono la sera di martedì grasso con il processo di sua maestà re Giorgio per tutte le colpe e i problemi di Tempio e della Gallura e la sua condanna al rogo sulla pubblica piazza mentre i giullari gridano Ghjogliu meu! Ghjogliu meu!, lu mé fiddòlu bonu ch'eri tu! ohi! ohi! Moltu è carrasciali! Carrasciali è moltu! in una festa ironica e irriverente.
Tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Ed infine, ma non certo per ultimo, vorrei ricordarvi il Carnevale Mamoiadino con le caratteristiche maschere!
I Mamuthones e gli Isso'adores sono diventati da tempo il simbolo stesso del paese di Mamoiada. Queste maschere, la cui origine misteriosa e antica si perde nei secoli, fanno la loro prima apparizione il 17 gennaio di ogni anno in occasione della festa di Sant'Antonio Abate
SANT''ANTONI DE SU O'U. In questa occasione vengono preparati dai Mamoiadini parecchi falò, se ne contano mediamente 30/35 in tutto il paese, che vengono accesi il 16 pomeriggio al tocco delle campane (Su pesperu), e in concomitanza con l'accensione e la benedizione del fuoco preparato nella piazza della Parrocchia, che viene benedetto dal Sacerdote mentre assieme ai fedeli girandogli attorno per 3 volte, recita il Credo. Ed è proprio danzando attorno a tutti i falò che i Mamuthones ogni anno rinnovano questo rito antichissimo, attirando in paese migliaia di visitatori ogni anno.
Il sacro che si unisce al profano, un rito, una danza propiziatoria misteriosa che da secoli fa il suo corso a Mamoiada.
Spero di aver illustrato un po' di Carnevele Sardo e non certo tutto, perchè dovete sapere che quasi tutti i paesi della Sardegna hanno delle forti tradizioni nel festeggiare il periodo che va' dalla settimana Santa al carnevale. Ciao a tutti!!!

1 commento:

dharani ha detto...

Meraviglioso il carnevale nella nostra Sardegna...
L'anno scorso rimasi affascinata dalla sfilata delle maschere sarde a Cagliari. ero piena di meraviglia e gioia. Son stata "acchiappata" dagli issohadores, e la mia amica diceva che fosse di buon auspicio - io non lo sapevo. Ci ripensavo pochi giorni fa...forse è stato davvero un buon auspicio! :-)
Son contenta di aver trovato un sito come il tuo che parla della nostra terra:-)
A presto!

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